AI: un superpotere?


Cosa fareste se poteste avere un assistente invisibile, capace di scrivere poesie come Neruda, risolvere problemi matematici, disegnare una sedia a forma di noce o avocado o spiegarti come funziona il corpo umano in parole semplici?

Si chiama Intelligenza Artificiale, o AI o IA per chi ama le sigle e semplificare la vita (o confondersi). E non è fantascienza. È già qui. E potrebbe diventare il vostro superpotere.
Ma attenzione: come ogni superpotere, non è detto che faccia solo bene. Dipende da come lo usi e ancor di più: da come pensi mentre lo usi (conosci Faust? Ma per la vostra età forse è meglio citare Spider-man, Iron-Man o uno dei vostri supereroi preferiti della MARVEL). 
Quando gli assistenti digitali ci semplificano tutto (ci fanno i compiti, ci scrivono un tema, ci traducono una frase o magari ci cucinano un bel piatto di lasagne) rischiamo di smettere di pensare davvero. 
Ci accontentiamo della risposta, senza farci più domande. 

Questo è DAVVERO pericoloso. (Il pensiero si allena come un muscolo: se non lo usate, si indebolisce).
E allora? Niente AI? Penso non sia la risposta giusta, perchè se smettessimo di usarla, ci sarebbe qualcun altro che continuerebbe a farlo, e questo costituirebbe un pericolo più grande. Inoltre ci sono campi in cui l'AI può fare veramente la differenza e non approfittarne potrebbe essere un grande svantaggio (questo sarà argomento per almeno un altro Post). 

Dunque usiamola, ma insieme al nostro cervello. Facciamola diventare un alleato, non un sostituto.

Ritorniamo alla prima domanda che ho posto… l’AI è un superpotere?
Sì, ma solo se usato con consapevolezza, altrimenti, è come avere un mantello invisibile e usarlo solo per coprirsi dalla pioggia.
Noi siamo ancora gli autori principali delle nostre idee. L’AI può aiutarci a scriverle meglio, più in fretta, o in modo diverso (o fate voi...), ma il coraggio di pensare, quello resta nostro.

Ogni supereroe ha una debolezza. Quella dell’AI? Mi viene in mente (tra alcune altre cose) che non sappia cosa sia il silenzio. Genera risposte su risposte, senza emozionarsi, nè comprendere il vuoto da cui nascono le domande vere. 
Per farvelo comprendere meglio userò un esempio concreto:  è come un mare che riflette il cielo sovrastante, ma non conoscerà mai davvero il segreto delle profondità che nasconde.
Allora possiamo forse concludere che l'AI non è un vero e proprio superpotere. È uno specchio. Riflette ciò che siamo: curiosi, imperfetti, pieni di sogni. Usatela non per sostituire la vostra voce, ma per amplificarla (e questo è uno dei punti cruciali su cui occorrerà lavorare per evitare grandi problemi in futuro). 
Perché il vero superpotere, oggi è forse restare umani, in un mondo che corre più veloce della luce e che ci vuole sempre più performanti e "Multi-tasked".

Un ultimo esperimento: Provate a spegnere tutti i dispositivi e guardatevi negli occhi. Nel silenzio, ascoltate cosa nasce. Quello è il suono che nessuna AI potrà mai replicare.

Alla prossima avventura, con il vostro Prof. Preferito!

Alcune domande per Voi (per chi ha voglia di continuare a leggere)

- Se un’AI scrivesse una lettera d’amore, sarebbero parole sincere o solo un riflesso di ciò che ha letto?  (Voi cosa avete letto?)
- Un robot che salva vite al posto dei medici è un eroe o uno strumento?
- Se un’AI inventasse una canzone che vi fa piangere, sarebbero lacrime vere o programmate?
- Preferireste un amico robot che vi comprende sempre, o un umano che a volte sbaglia?
- Cosa non dovrebbe mai imparare a fare un’AI, anche se ne fosse capace?
- Cosa rende unico un essere umano, se un’AI lo può imitare in tutto?

Un’ultima domanda: se l’AI conoscesse tutte le risposte, perché dovremmo ancora fare domande?

P.S.: ti sei reso/a conto dell'errore nell'immagine che presenta l'articolo? E' stata creata con DALL-E e questo potrebbe suggerirti qualcosa. O no?

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