Dall'obsolescenza
programmata ai capi della fast fashion che si sfaldano
dopo il terzo lavaggio, tendiamo ad essere sempre più intrappolati in un ciclo
senza fine di acquisti e rifiuti. E quel verde scintillante sulle etichette?
Spesso è solo greenwashing! I giovani (e non solo) rischiano di
crescere credendo che la felicità si misuri a carrello pieno. L'eccessivo
consumismo tende infatti ad alimentare un ciclo di insoddisfazione.
I consumatori
sono portati a credere che la felicità e il successo siano legati al possesso
di determinati beni. Questa ricerca incessante può generare ansia, stress e una
costante sensazione di inadeguatezza. Inoltre, tutta questa energia e questo
tempo dedicato a ciò che “Dobbiamo” comprare, distoglie la nostra attenzione da
valori più profondi come le relazioni umane, la crescita personale, il duro lavoro
e la disciplina necessarie per acquisire più competenze ed essere artefici di
un futuro migliore… da adesso, non in un futuro che per sua natura tende a
sfuggirci dalle mani, perché rimandiamo costantemente i nostri orientamenti.
Prova la sfida
dell'Underconsumption Core: 30 giorni per abbracciare il
minimalismo senza acquistare nulla di cui non hai veramente bisogno.
Commenti
Posta un commento